Storia
La storia trimillenaria di Civita Castellana inizia con quella dei
falisci, una popolazione che si collocava tra la civiltà degli
etruschi e quella dei
romani. Le prime tracce di questa civiltà provengono dagli scavi dell'antica
Falerii Veteres, che aveva rapporti commerciali con tutto il bacino del
Mediterraneo. La maggior parte dei ritrovamenti di grande valore si trovano nel
Museo nazionale dell'Agro Falisco che raccoglie anche i reperti rinvenuti nell'area falisca ma anche in altri grandi musei come il
Louvre di
Parigi. Un popolo guerriero, quello dei falisci, che si scontrò inevitabilmente con la vicina
Roma. Sconfitti, i falisci furono letteralmente cacciati dal sito fortificato di
Falerii Veteres e costretti a fondare un'altra città su di una piana distante cinque chilometri La nuova città si chiamò
Falerii Novi. Dieci secoli dopo, i falisci iniziarono a tornare nella città abbandonata, in seguito alle
guerre gotiche e alle invasioni
longobarde, dando vita a uno sviluppo urbanistico che ancora oggi conserva il suo tessuto medioevale.
Falerii Veteres divenne così Civita Castellana. Nel corso dei secoli successivi Civita sarà il luogo dove papi come
Clemente III e
Adriano IV troveranno rifugio in situazioni di estremo pericolo.
Durante il periodo del
Rinascimento ci furono lotte tra due famiglie: i
Di Vico e i
Savelli, fino a quando, nel 1426, la
Santa Sede non riaffermò la propria giurisdizione. Da quel momento la città seguì le sorti dello
Stato della Chiesa e molti furono i papi che nel corso degli anni la visitarono e vi soggiornarono. Tra questi
Alessandro VI,
Giulio II,
Pio VI. Fu sotto il pontificato di Alessandro VI Borgia che iniziarono i lavori nel forte Sangallo. Era l'anno 1494. L'evento più importante del XVI secolo invece, fu l'attacco che i
Lanzichenecchi sferrarono a Civita Castellana nel 1527. Questi per ben due volte cercarono di impossessarsene, avendone compreso l'importanza strategica. La città però riuscì a resistere. Fu in tale occasione che l'archivio cittadino venne bruciato.
I secoli XVII e XVIII furono secoli di pace e così ci si preoccupò di realizzare alcune opere pubbliche. Nel 1589 venne realizzato ponte Felice, nel 1609 la variante della
via Flaminia, nel 1709 il ponte Clementino; il collegamento tra la
Cassia e la Flaminia voluto da papa
Pio VI risale invece al 1787. Le idee della
rivoluzione francese ben presto si diffusero in tutta
Europa,
Italia compresa. L'espansionismo territoriale francese che ne segu' giunse anche a Civita Castellana tanto che, nel dicembre del 1798, le truppe
francesi, guidate dal generale
MacDonald e facenti parte dell'armata del generale
Championnet, sconfissero le truppe napoletane guidate dal generale
Mack. L'anno seguente gli
Aretini si unirono agli altri nemici dei francesi ed attaccarono Civita Castellana. I francesi ben presto si riappropriarono della città e la controllarono fino al 1815. Nel 1860 i
garibaldini, diretti a
Mentana, si fermarono a Civita. Il 12 settembre del 1870 vi sostò lo stesso
Vittorio Emanuele II, diretto verso
Roma con il suo esercito, che liberò la città dal secolare potere della Chiesa, annettendola a quello che poi sarebbe divenuto il
Regno d'Italia. È nel secolo XIX che a Civita Castellana inizia una svolta economica ad opera di
Giuseppe Trevisan, un imprenditore
veneto che vi impianta le prime fabbriche di
ceramica. Quella della ceramica è una vocazione antica, dovuta anche alla facile reperibilità dell'
argilla presente nel luogo. Col passare degli anni, accanto al settore artistico si sviluppa anche quello industriale, che avrà il suo apice nel
secondo dopoguerra. I settori di produzione sono i sanitari, seguono le stoviglierie. Nasce il
distretto industriale che comprende anche i paesi limitrofi.
Leggenda
Secondo la leggenda fu il greco
Halaesus o Aleso il fondatore di
Falerii Veteres. Figlio di
Agamennone, re di
Micene, e della bella schiava di guerra
Briseide, già profondamente amata da
Achille ed a lui sottratta con forza per Agamennone, fuggì dopo l'uccisione del padre, approdò sulle coste tirreniche e risalì il
Tevere sino a
Falerii Veteres. Grandi scrittori del passato attribuiscono a lui le origini di questo territorio:
| « Halaesus a quo se dictam terra falisca putat » |
| |
Virgilio nell'
Eneide, il suo commentatore postumo
Servio ed altri ancora lasciano testimonianze di questo grande eroe greco.
Monumenti e luoghi di interesse
Civita Castellana conserva un notevole patrimonio artistico e archeologico, infatti
Falerii Veteres risulta essere uno dei principali siti delle
età del ferro e
del bronzo. È ricca di aree templari, di
necropoli e di santuari.
Elenco dei principali monumenti:
- Il Duomo, costruito dai Cosmati con facciata del XII secolo e portico a grande arco centrale del 1210 (arricchito da mosaici policromi dei marmorari romani Cosmati)[3] e con una grande cripta dei secoli VII e VIII;[4]
- Il Forte Sangallo, dove all'interno si può visitare il Museo nazionale dell'Agro Falisco, inaugurato nel 1977, che raccoglie al suo interno materiali provenienti dall'antica Falerii Veteres e dalle zone limitrofe. Il Forte San Gallo venne fatto costruire da Alessandro VI Borgia su un precedente edificio di età medioevale. Il progetto fu affidato ad Antonio da Sangallo il Vecchio e portato a termine dal nipote, Antonio da Sangallo il Giovane, sotto il pontificato di papa Giulio II. Il mastio ottagonale, il pozzo del cortile maggiore e il portone di accesso alla fortezza, risalgono a quel periodo. Interventi di restauro e di abbellimento ci furono con i pontefici successivi. Il forte fu non solo una architettura militare, ma anche una dimora papale; questo fino all'Ottocento.
Costituiscono invece eccezione alcuni reperti risalenti all'
VIII -
XII secolo, provenienti da cantine e pozzi cittadini. Altri provengono dall'area del Santuario di Giunone Curite (prima metà del VI secolo a.C.), mentre ai primi anni del V se a.C. appartengono i materiali del Tempio di Mercurio e di altri due templi situati sul Colle del Vignale.Il nuovo museo si è arricchito di nuove opere donate da privati e ceramiche artistiche dell'istituto statale d'Arte.
- La chiesa S. Maria del Carmine;[1]
- Area archeologica di Vignale;
- Porta di Giove; (sita nel territorio di Fabrica di Roma in frazione Faleri)
- L'Abbazia di S. Maria in Faleri; (sita nel territorio di Fabrica di Roma in frazione Faleri)
- La necropoli della via Amerina; (insieme ai Comuni confinanti Fabrica di Roma, Castel S.Elia e Nepi)
- Chiesa di Sant'Antonio abate;
- Via del Rivellino con porta medievale;
- Centro storico medievale con case e torri;
- Meridiane e Palazzi con bifore;
- Monumento alla Vittoria di Silvio Canevari;
- Monumento ai caduti del mare;
- Monumento ai caduti in Africa;
- Ex fabbrica Marcantoni, oggi divenuta Piazza Marcantoni.
-
- da wikipedia