venerdì 2 marzo 2012

CALCATA

CALCATA, PAESE DI ARTISTI

  • Di notevole interesse è la città vecchia di Calcata, che si erge su di uno sperone tufaceo sopra la valle del Treja; al borgo si accede dall'unica porta che si apre sulle mura.
  • La Chiesa del SS. Nome di Gesù si trova nel paese vecchio. La sua struttura originaria risale al XIV secolo ma è stata ristrutturata nel 1793 per volere della famiglia dei Sinibaldi. Nella chiesa, costituita da un'unica navata e con il soffitto a capriate, sono conservati una fonte battesimale e un'acquasantiera del XVI secolo e un tabernacolo a muro. Dietro l'altare è p [1] resente una serie di pitture che rappresentano storie del Cristo.
  • Dal paese si può accedere a diversi percorsi naturalistici, percorribili a piedi o a cavallo, che attraversano il Parco regionale Valle del Treja.
  • Vicino a Calcata si trovano i resti del tempio falisco di Monte Li Santi.
  • Molto interessanti erano dei graffiti raffiguranti dei guerrieri Lanzichenecchi che si trovavano nel palazzo baronale, presumibilmente lasciati da loro stessi durante il sacco di Roma. Non solo, ma a sparire con il restauro del palazzo sono state anche delle incisioni lasciate sui muri da detenuti quando il castello funzionava da carcere.
  • Opera Bosco Museo di Arte nella Natura; Museo-laboratorio sperimentale all'aperto di arte contemporanea di competenza della Regione Lazio. Si estende su due ettari di bosco nella forra della Valle del Treja. Un percorso di opere d'arte che coniuga arte e ecologia realizzando le opere con i materiali naturali grezzi dello stesso bosco. Premiato con Menzione Speciale nell'ambito del Premio Paesaggio del Consiglio d’Europa 2011. Testi e immagini su http://www.operabosco.eu/
  • IL PAESE DEGLI ARTISTI


    Curiosità

    Nel paese di Calcata è stata girata la scena della distruzione del paesello nel film Amici miei del 1975. Tre anni dopo (1978), la stessa piazza diviene set per alcune scene nel film La mazzetta di Sergio Corbucci, con Nino Manfredi e Ugo Tognazzi. Viene citata (ca. 30 secondi) anche nel film di Andrei Tarkovskij del 1983 "Nostalghia" e nell' "Ulisse" di James Joyce. ...

     Nel 1980 fu girato un video del brano "Una storia sbagliata" dal cantautore Fabrizio de Andrè.


    giovedì 1 marzo 2012

    CIVITA CASTELLANA

     

    Storia 

    La storia trimillenaria di Civita Castellana inizia con quella dei falisci, una popolazione che si collocava tra la civiltà degli etruschi e quella dei romani. Le prime tracce di questa civiltà provengono dagli scavi dell'antica Falerii Veteres, che aveva rapporti commerciali con tutto il bacino del Mediterraneo. La maggior parte dei ritrovamenti di grande valore si trovano nel Museo nazionale dell'Agro Falisco che raccoglie anche i reperti rinvenuti nell'area falisca ma anche in altri grandi musei come il Louvre di Parigi. Un popolo guerriero, quello dei falisci, che si scontrò inevitabilmente con la vicina Roma. Sconfitti, i falisci furono letteralmente cacciati dal sito fortificato di Falerii Veteres e costretti a fondare un'altra città su di una piana distante cinque chilometri La nuova città si chiamò Falerii Novi. Dieci secoli dopo, i falisci iniziarono a tornare nella città abbandonata, in seguito alle guerre gotiche e alle invasioni longobarde, dando vita a uno sviluppo urbanistico che ancora oggi conserva il suo tessuto medioevale. Falerii Veteres divenne così Civita Castellana. Nel corso dei secoli successivi Civita sarà il luogo dove papi come Clemente III e Adriano IV troveranno rifugio in situazioni di estremo pericolo.
    Durante il periodo del Rinascimento ci furono lotte tra due famiglie: i Di Vico e i Savelli, fino a quando, nel 1426, la Santa Sede non riaffermò la propria giurisdizione. Da quel momento la città seguì le sorti dello Stato della Chiesa e molti furono i papi che nel corso degli anni la visitarono e vi soggiornarono. Tra questi Alessandro VI, Giulio II, Pio VI. Fu sotto il pontificato di Alessandro VI Borgia che iniziarono i lavori nel forte Sangallo. Era l'anno 1494. L'evento più importante del XVI secolo invece, fu l'attacco che i Lanzichenecchi sferrarono a Civita Castellana nel 1527. Questi per ben due volte cercarono di impossessarsene, avendone compreso l'importanza strategica. La città però riuscì a resistere. Fu in tale occasione che l'archivio cittadino venne bruciato.

    Civita Castellana in un dipinto Edward Lear (1844)
    I secoli XVII e XVIII furono secoli di pace e così ci si preoccupò di realizzare alcune opere pubbliche. Nel 1589 venne realizzato ponte Felice, nel 1609 la variante della via Flaminia, nel 1709 il ponte Clementino; il collegamento tra la Cassia e la Flaminia voluto da papa Pio VI risale invece al 1787. Le idee della rivoluzione francese ben presto si diffusero in tutta Europa, Italia compresa. L'espansionismo territoriale francese che ne segu' giunse anche a Civita Castellana tanto che, nel dicembre del 1798, le truppe francesi, guidate dal generale MacDonald e facenti parte dell'armata del generale Championnet, sconfissero le truppe napoletane guidate dal generale Mack. L'anno seguente gli Aretini si unirono agli altri nemici dei francesi ed attaccarono Civita Castellana. I francesi ben presto si riappropriarono della città e la controllarono fino al 1815. Nel 1860 i garibaldini, diretti a Mentana, si fermarono a Civita. Il 12 settembre del 1870 vi sostò lo stesso Vittorio Emanuele II, diretto verso Roma con il suo esercito, che liberò la città dal secolare potere della Chiesa, annettendola a quello che poi sarebbe divenuto il Regno d'Italia. È nel secolo XIX che a Civita Castellana inizia una svolta economica ad opera di Giuseppe Trevisan, un imprenditore veneto che vi impianta le prime fabbriche di ceramica. Quella della ceramica è una vocazione antica, dovuta anche alla facile reperibilità dell'argilla presente nel luogo. Col passare degli anni, accanto al settore artistico si sviluppa anche quello industriale, che avrà il suo apice nel secondo dopoguerra. I settori di produzione sono i sanitari, seguono le stoviglierie. Nasce il distretto industriale che comprende anche i paesi limitrofi.

     

    Leggenda

    Secondo la leggenda fu il greco Halaesus o Aleso il fondatore di Falerii Veteres. Figlio di Agamennone, re di Micene, e della bella schiava di guerra Briseide, già profondamente amata da Achille ed a lui sottratta con forza per Agamennone, fuggì dopo l'uccisione del padre, approdò sulle coste tirreniche e risalì il Tevere sino a Falerii Veteres. Grandi scrittori del passato attribuiscono a lui le origini di questo territorio:

    « Halaesus a quo se dictam terra falisca putat »

    ( Ovidio, Fasti (IV,73))
    Virgilio nell'Eneide, il suo commentatore postumo Servio ed altri ancora lasciano testimonianze di questo grande eroe greco.

    Monumenti e luoghi di interesse 

    Civita Castellana conserva un notevole patrimonio artistico e archeologico, infatti Falerii Veteres risulta essere uno dei principali siti delle età del ferro e del bronzo. È ricca di aree templari, di necropoli e di santuari.
    Elenco dei principali monumenti:
    • Il Duomo, costruito dai Cosmati con facciata del XII secolo e portico a grande arco centrale del 1210 (arricchito da mosaici policromi dei marmorari romani Cosmati)[3] e con una grande cripta dei secoli VII e VIII;[4]
    • Il Forte Sangallo, dove all'interno si può visitare il Museo nazionale dell'Agro Falisco, inaugurato nel 1977, che raccoglie al suo interno materiali provenienti dall'antica Falerii Veteres e dalle zone limitrofe. Il Forte San Gallo venne fatto costruire da Alessandro VI Borgia su un precedente edificio di età medioevale. Il progetto fu affidato ad Antonio da Sangallo il Vecchio e portato a termine dal nipote, Antonio da Sangallo il Giovane, sotto il pontificato di papa Giulio II. Il mastio ottagonale, il pozzo del cortile maggiore e il portone di accesso alla fortezza, risalgono a quel periodo. Interventi di restauro e di abbellimento ci furono con i pontefici successivi. Il forte fu non solo una architettura militare, ma anche una dimora papale; questo fino all'Ottocento.
    Costituiscono invece eccezione alcuni reperti risalenti all'VIII - XII secolo, provenienti da cantine e pozzi cittadini. Altri provengono dall'area del Santuario di Giunone Curite (prima metà del VI secolo a.C.), mentre ai primi anni del V se a.C. appartengono i materiali del Tempio di Mercurio e di altri due templi situati sul Colle del Vignale.Il nuovo museo si è arricchito di nuove opere donate da privati e ceramiche artistiche dell'istituto statale d'Arte.
    • La chiesa S. Maria del Carmine;[1]
    • Area archeologica di Vignale;
    • Palazzo Onorati;
    • Chiesa di San Francesco;
    • Palazzo Montalto;
    • Palazzo comunale;
    • Porta di Giove; (sita nel territorio di Fabrica di Roma in frazione Faleri)
    • Porta Borgiana;
    • L'Abbazia di S. Maria in Faleri; (sita nel territorio di Fabrica di Roma in frazione Faleri)
    • Chiesa di San Gregorio;
    • La necropoli della via Amerina; (insieme ai Comuni confinanti Fabrica di Roma, Castel S.Elia e Nepi)
    • Chiesa di Sant'Antonio abate;
    • Via del Rivellino con porta medievale;
    • Centro storico medievale con case e torri;
    • Fontana dei Draghi;
    • Meridiane e Palazzi con bifore;
    • Ponte Clementino;
    • Ponte Felice;
    • Monumento alla Vittoria di Silvio Canevari;
    • Monumento ai caduti del mare;
    • Monumento ai ceramisti;
    • Monumento ai caduti in Africa;
    • Ex fabbrica Marcantoni, oggi divenuta Piazza Marcantoni.
    •  
    • da wikipedia